Vai al contenuto

Perdita di gusto e olfatto: che cosa sappiamo dei sintomi coronavirus „Perdita di gusto e olfatto: che cosa sappiamo dei sintomi del coronavirus“

Perdita di gusto e olfatto: che cosa sappiamo dei sintomi coronavirus
„Nuove ricerche provano a spiegare alcuni dei sintomi dell’infezione da nuovo coronavirus: non solo febbre e tosse secca, molti sono i pazienti che riferiscono la perdita dell’olfatto e del gusto“

“Non solo febbre e tosse secca, la perdita dell’olfatto e del gusto sono alcuni dei sintomi dell’infezione da nuovo coronavirus. La testimonianza del giocatore dell’Nba Rudy Gobert è solo l’ultima di quante descrivono l’anosmia tra i sintomi della Covid-19. Non come la sensazione del naso chiuso che si ha durante la congestione delle vie aeree superiori causata dall’influenza, ma la completa perdita della capacità di riconoscere odori e gusti.

Secondo due articoli scientifici, pubblicati sul ‘Journal of Clinical Virology’ e sul ‘Chemical Neuroscience’, la perdita dell’olfatto potrebbe essere spiegato con la capacità del virus di infettare il sistema nervoso centrale e in particolare una zona del cervello deputata alle funzioni olfattive.

L’analisi ha riguardato un virus cugino del nuovo coronavirus, il Sars-CoV-1 o il Mers-CoV. È stato riscontrato come le vittime mostravano la presenza del virus nel cervello dove era penetrato probabilmente attraverso i nervi olfattivi, per poi propagarsi rapidamente ad alcune zone specifiche del cervello, in particolare talamo e corteccia cerebrale.

“L’articolo del team cinese è molto interessante perché si basa su osservazioni cliniche, interpretate usando una sintesi di ciò che sappiamo sui coronavirus”, ha spiegato la biologa Christine Prat, del consorzio europeo Virus Archive Global

“Tuttavia, resta ancora molto da capire sull’impatto che alcuni virus possono avere sul sistema nervoso centrale, che è un’area molto particolare: il sistema immunitario infatti non può ‘lavorare’ lì come nel resto dell’organismo perché deve combattere contro l’infezione evitando di distruggere le cellule neuronali, che non si rinnovano da sole o lo fanno molto poco”.

Fonte: Today.it

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *